Queste chiese sono scomparse (la prima addirittura nel IX secolo) a causa delle continue inondazioni e dell'insediamento del territorio. Aveva una navata senza soffitto rivolta a ovest e tre cappelle con soffitto. Don Cellini descrisse il ciborio di legno che veniva usato per l'altare maggiore a S. Agata, e S. Apollonia nel 1890. Il campanile aveva tre campane i cui nomi erano la Beata Vergine del Rosario, S. Antonio e Padova, Gesù, e S. Agata (Catania 235-251 d.C.). Agata, una giovane siciliana, decise di rinunciare al suo matrimonio imposto dal governatore romano per dedicarsi alla preghiera. Fu torturata e si mutilò i seni, e poi messa sui carboni ardenti per morire martire il 5 febbraio. La data della posa della prima pietra è rivelata su una pergamena. Era datata 20 ottobre 1929. Consacrata e completata nel 1934, la Curia stanziò 29.000 lire per finanziare la costruzione. Questo denaro non era sufficiente per completare i lavori. Tuttavia, si interessò delle fondamenta che avevano bisogno di essere rafforzate a causa dell'instabilità del terreno paludoso. La facciata non fu completata e il campanile non fu ricostruito. Tuttavia, le campane originali furono tenute in una sistemazione temporanea e non furono mai più messe in servizio. Oggi si presenta come una bella chiesa in mattoni rossi costruita su disegno di Francesco Gualandi. Ha quattro gradini all'entrata e un bel portale di marmo con una monofora semicircolare. Sei finestre arricchiscono la facciata laterale sinistra, mentre sette finestre sono sul lato destro. Ogni lato ha quattro oculi ed è coperto da cinque archivi sporgenti. La chiesa contiene una sola navata e due piccole cappelle. Ospita anche la statua della Madonna del Rosario e la scultura di cartapesta di SantAgata. L'immagine originale della Madonna con il bambino e SantAgata ai suoi piedi, così come le statue della Patrona, SantApollonia, e la tela dell'Annunciazione di Carmelo Ricci, si possono vedere sopra l'altare. Infine, c'è una splendida Via Crucis che risale al 700. Ogni 5 febbraio, Filo, una parrocchia gestita da Don Giancarlo Galleati, festeggia il suo Santo.