L'edificio storico si trova nel centro della città ed è un simbolo della città e della sua fede attraverso i secoli. C'era solo una chiesa, San Martino, che non è più visibile fuori dalle mura. Fu costruita tra il 1270-1272, ma fu completamente trasformata nei secoli XVII e XVIII (a partire dal 1633). Dall'inizio del XX secolo, la chiesa fu chiamata la propositura post e aveva una fonte battesimale così come un cimitero. Un incendio scoppiò la notte dopo il Venerdì Santo del 1612. Apparentemente fu causato da una candela che era stata accesa accidentalmente. L'incendio distrusse parte della chiesa, ma lasciò intatto il Crocifisso di legno. Il crocifisso, originariamente dedicato ai santi Filippo, Iacopo e Biagio, fu fatto miracolosamente in quella notte. Divenne un simbolo di culto, soprattutto nel XVII secolo. La chiesa fu gravemente danneggiata dall'incendio del XVII secolo e dai bombardamenti dell'ultima guerra. Renzo Bellucci, con il finanziamento del Ministero dei Lavori Pubblici, eseguì i lavori di restauro tra il 1956 e il 1959. Renzo Bellucci, finanziato dal Ministero dei Lavori Pubblici, restaurò una parte dell'edificio come sala cinematografica. Rimase aperto fino al 2006. Il 1992 vide la ripavimentazione e la nascita della piazza antistante. L'architetto Fabio Scarpetti ha completato l'ultimo restauro nel 2000.

Si trova a Noto vicino al carcere (in quella che si chiama Noto alta). Mi è piaciuto visitarlo perché si può trovare una Madonna con Bambino fatta da Francesco Laurana. Questo è uno scultore del primo Rinascimento. Una delle Madonne col Bambino che ha fatto si trova a Palazzolo Acreide.

È la chiesa principale del piano alto (in dialetto locale cianazzu); la chiesa si staglia su una grande piazza anonima su cui si affaccia anche la facciata del carcere. Un tempo due leoni romanici fiancheggiavano il portale, ma ora sono all'interno. Merita una visita insieme a tutte le chiese di Noto.

Dopo la ricostruzione di Noto, la Chiesa del Santissimo Crocifisso si trova al Piano Alto e ha una grande piazza dedicata a Giuseppe Mazzini.