Solo due delle quattro sale hanno descrizioni dei modelli di computer esposti e dei loro rispettivi anni di produzione. Vale comunque la pena visitarla nonostante il prezzo. Non è una buona idea visitare la sala durante le ore più calde. Il museo è troppo piccolo. Ci sono due stanze in cui non vengono date informazioni.

Centrale è da Piazza del Duomo. L'esposizione spazia dagli aritmometri del XIX secolo alle grandi calcolatrici degli anni '50 e '60, fino ai prodotti più importanti della storia del Personal Computer.

L'attività di decodifica dei codici è interessante. Le guide sono competenti. Permette di conoscere meglio la storia e l'evoluzione della calcolatrice elettronica. C'è un meraviglioso museo pieno di calcolatrici dalle più semplici ai primi computer di oggi.

La calcolatrice elettrica e meccanica degli anni 60 e la primissima calcolatrice sono alcuni degli home computer più popolari degli anni 80. C'è uno stato di quasi abbandono nella terza. Nella prima stanza, la seconda è lasciata fare.

Lo consiglio a tutti. Appassionati e non appassionati apprezzeranno il museo. La collezione è grande, dalla prima calcolatrice Olivetti fino al Macintosh, e ci sono 2 sale di mostre e una dove ho assistito a una presentazione.

Il primo calcolatore che occupava intere stanze valeva una visita per mostrare ai ragazzi, che sono abituati ai computer portatili. Stanno lavorando in strutture adiacenti che sono difficili da trovare.

C'erano vecchi ricordi dell'adolescenza trascorsa intorno a queste macchine. Si pensava al loro funzionamento semplice e meccanico. La miniaturizzazione nasconde la loro complessità. Interessante.

I primi computer per salire ad allera commodorelingresso sono dal parchetto allangolo tra via Bonanno e Macelli.

È un ottimo posto dove si può vedere la storia della nostra calcolatrice, ma è un po' perso, ma ha sale per conferenze.

Se è un nuovo impiegato, ci si può aspettare che la guida abbia difficoltà ad esprimersi. È stato interessante conoscere la storia del calcolatore.

È un vero patrimonio per la città. È un peccato che non sia stato pubblicizzato abbastanza per i turisti che vengono a Pisa.