Fuori le mura, una chiesa in onore di San Giovanni. Alberto Severino ha fatto questa notevole scoperta durante il restauro dell'altare della Chiesa di San Giovanni dei Fiori nella Cappella del Gremio dei Contadini. Ieri è stata la giornata inaugurale della nuova edizione di Oristano Monumenti aperti. Tore Carta, presidente del Gremio di San Giovanni ha avuto il compito di presentare i risultati del restauro. È stato notevole per il metodo utilizzato per creare il dipinto, il suo significato e, soprattutto, l'unicità della sua rappresentazione. Alberto Severino, che si è occupato del restauro e della pittura dell'altare per circa un anno, ha dichiarato che nonostante abbiamo fatto molte ricerche, non conosciamo altri angeli neri. - Si possono trovare angeli marroni nelle chiese d'Oriente, che sono chiese di rito ortodosso. Possono essere molto scuri ma mai neri. Questo affresco potrebbe essere ricondotto all'iconografia ortodossa? Non è possibile provarlo con le prove disponibili. C'è una possibile mutazione nel colore? I laboratori dell'Università di Cagliari hanno confermato che l'analisi è definitiva. Abbiamo fatto ricerche e consultato esperti e studiosi, ma sono molti i fattori che contribuiscono alla nostra curiosità sul misterioso angelo nero. La datazione potrebbe partire dal 1300 (il secolo in cui è stata costruita la chiesa, secondo Maurizio Cassiu). Potrebbe anche arrivare al 1700. Poi, non ci sono notizie di altri angeli neri. Nell'iconografia tradizionale, lo stesso Lucifero è visto cadere dal cielo. Il suo volto è mostrato in bianco. L'angelo nero tiene poi una spada in una mano (come si usa rappresentare l'arcangelo Gabriele che sconfigge Lucifero), e una palma in segno di martirio. L'angelo nero è a sinistra di San Giovanni, ma quello a destra è ora bianco. Secondo Alberto Severino, l'angelo nero tiene in mano una spada (come si usa rappresentare l'Arcangelo Gabriele che sconfigge Lucifero) e una palma come simbolo del martirio. Alberto Severino ha fatto una scoperta straordinaria sotto sei strati di intonaco. Ha scoperto prima un indizio, poi un altro, e infine ha confermato che i due affreschi sotto le rappresentazioni dei genitori di San Giovanni (Elisabetta, Zaccaria) erano identici. Questo è stato possibile grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna e del Gremio dei Contadini.
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