Lo scopo originale dell'edificio era quello di essere un monastero di San Francesco di Paola, che fu fondato nel 1500. Tuttavia, fu ridotto in rovina dal suolo Alfonso Sozy Carafa, che ne gestì il restauro e la ricostruzione tra il 1764-1771. Lo affidò poi a Emanuele Manieri, un architetto di fiducia che realizzò una delle sue magnifiche costruzioni rococò. Nel 1895, la città acquistò l'edificio e assegnò a Pasquale Ghezzi il compito di ristrutturarlo per la nuova funzione. La giuria che decise l'esito del concorso dovette modificare la porta centrale. Sacconi, l'architetto responsabile dell'Altare della Patria, presiedeva la giuria. Il risultato finale non è stato così male come il monumento romano, conosciuto dai locali anche con il nome di Macchina da scrivere e Torta nuziale. L'ingresso elegante e austero è una sintesi della storia medievale di Lecce con gli stemmi dei potenti che hanno dominato, dagli Altavialla attraverso Brieen agli Orsini Del Balzo agli Enghien.