Anche i suoi compagni sono stati uccisi durante una missione (Lekemti), che non avrebbe dovuto essere una missione rischiosa. Tuttavia, la missione di routine si trasformò in un massacro. I soldati furono attaccati da ex-regolari dell'Abissinia tra il 26 e il 27 giugno 1936. Si può leggere la motivazione di Guglielmo D'Altri: "Chiese volontariamente un'audace e rischiosa impresa aeronautica tendente ad affermare il nostro possesso su una zona lontana. Rifiutò di fuggire dalle soverchianti forze ribelli e invece raccolse intorno a sé i suoi ufficiali, combattendo valorosamente fino alla fine. Un meraviglioso esempio di sentimento patriottico, di consapevole fermezza e di generoso coraggio.
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