A c.a. Caro sig. Caro sig. Sono andato oggi al vostro Istituto per richiedere un vaglia postale. Volevo pagare la tassa liberale da voi richiesta. Mi è stato dato l'elenco dei libri per la II A. Mi è stato detto di andare sul sito del Liceo per scaricarlo. Ho chiesto gentilmente perché, e sono rimasto stupito nell'apprendere che la maggior parte delle cose sono ormai elettroniche. Potevo anche andare in libreria a prenderli. E se fossi stato un completo idiota? O non avessi un computer a casa mia. O non potessi permettermi una linea ADSL o in fibra (la più recente tecnologia domestica). Perché andresti in libreria a prendere una lista di libri che hai compilato e che dovrebbero essere lì? Queste possono sembrare domande sciocche da parte di qualcuno che non vuole cambiamenti, ma non lo sono. Preferisco il rapporto umano a quello che sta accadendo ora. Cioè, mando i miei pensieri e cerco di rendermi comprensibile attraverso la posta elettronica. Non mi presento, non stringo la mano e non mi guardo negli occhi. Se tutto è telematico, non ho bisogno di incontrare i professori. Vado semplicemente sul sito web e controllo i voti di mia figlia, che sono eccellenti e abbastanza buoni da soddisfarmi senza passare mezza giornata. Invece, bisognerebbe incontrare i professori per conoscersi, scambiarsi gli appunti e lavorare nel miglior modo possibile per la crescita degli studenti. Mia figlia mi ha sempre sentito dire che la famiglia è il fondamento della società. L'educazione e la cultura viaggiano insieme all'istruzione e alla cultura per fornire un'educazione che dura tutta la vita e che può essere padroneggiata nei modi giusti. Il mio scritto non vuole essere una lamentela, ma una critica. Non si può costringere qualcuno a fare qualcosa che non deve fare. Ogni giorno della tua vita lo passi con i giovani. Vedete la loro crescita, li aiutate a crescere e siete la prima persona a capire le loro aspirazioni future. Questo non è un rapporto telematico. Potreste trovare queste parole offensive, ma io credo che siano la mia filosofia di vita. Questa frase latina mi è stata insegnata da Papa Benedetto XVI intorno al 1600. Sono abituato a dire quello che penso, quindi non mi dispiace di averla inviata per via elettronica. Volevo farle conoscere i miei pensieri. Sarei grato di una sua risposta, magari in un incontro faccia a faccia. Un cordiale saluto, Giuseppe DAlessandro. Padre di Marzia alla II A di quest'anno.