Bologna, 11 marzo 1977. Sono circa le 13. Pier Francesco Lorusso ha 25 anni. È uno studente di medicina e fa parte del servizio d'ordine di Lotta Continua. Si trova sotto i portici di via Modica quando viene colpito da un proiettile di un carabiniere. Da un po' di tempo a Bologna sono scoppiati violenti scontri tra studenti e forze dell'ordine. Tutto è iniziato alle 10 del mattino quando 400 giovani di Comunione e Liberazione hanno organizzato un incontro all'Istituto di Anatomia Umana di via Irnerio. Un gruppo di attivisti estremisti di sinistra ha tentato di irrompere nell'aula e interrompere l'assemblea, ma è stato fermato dai servizi di sicurezza di CL. La notizia degli scontri iniziali si diffonde nell'università, attirando altri studenti. Carlo Rizzoli, il rettore, vede il pericolo e chiama la polizia, che risponde con attacchi di gas lacrimogeni. Gli studenti rispondono lanciando molotov. Uno degli studenti colpisce il telone del camion, provocando un incendio. Un carabiniere è al volante e si alza e spara. Francesco Lorusso viene colpito da un proiettile e, dopo averlo trascinato per alcuni metri, cade a terra. Violenti scontri scoppiano nelle principali città italiane dopo la notizia della morte di Francesco Lorusso. Ne derivarono scontri che durarono diversi giorni e causarono gravi danni. A Bologna per la prima volta vennero chiamati in aiuto i mezzi blindati.