L'inchiesta della procura ha portato al sequestro del forno crematorio e all'arresto dell'amministratore della società. Da LaStampa di oggi: ossa frantumate dai colpi di pala, ceneri umane gettate nella spazzatura, corpi estratti dalle bare e ammassati in scatole di cartone per essere bruciati a due a due. È una lunga lista di orrori che hanno trasformato il forno crematorio di Biella in una lugubre catena di montaggio della morte così come l'ha riassunta il pubblico ministero Teresa Camelio, sottolineando che tutto è stato fatto solo per guadagnare di più.

Possono fare quello che vogliono per 27 anni se rilasciano una convenzione. C'era una preghiera per i poveri corpi. È una vergogna! Gente, bestie senza umanità, che possano marcire in galera. Un controllo? Oggi, invece di festeggiare Biella per essere stata inserita tra le città patrimonio dell'Unesco, tutti parlano di Biella per gli orrori del forno crematorio, ma la convenzione da dove è uscita?

L'inchiesta sulla gestione del forno crematorio degli orrori di Biella ha portato all'arresto di Ravetti il 26 ottobre. L'amministratore delegato della società che gestisce il forno crematorio di Biella è libero dopo quasi due mesi di carcere.

Vorrei vedervi al posto dei poveri che hanno dovuto pagare per le cure dei loro cari morti. Lei non ha sentimenti. Non capisco perché. Avete il coraggio di dire che dormite bene. Sei una vergogna per l'umanità.

Tu non sai cosa sia la vergogna. Le anime di quelle persone ti daranno la giusta punizione. Meriti di stare in prigione per il resto della tua vita per quello che hai fatto.

Era un posto molto brutto. Gli umani sono meno di zero. Mia madre avrebbe avuto più rispetto se l'avessi portata io. A Torino c'è tutta un'altra cosa. Grazie per il suo commento.

Merda. I biellesi sono gli unici che possono fare giustizia. Il forno li sta aspettando. Non sarete portati a morire nelle mani di questa gente.

Grazie per aver cancellato ciò che restava di mio nonno, una persona che ha sempre lavorato con onestà, a differenza vostra. Senza dignità.